Rispetto, educazione sessuale e giornalismo un tanto al chilo

Martedì 21 marzo 2017 in: SessualitàDonneDiritti sessuali

 

di Cristina Luzzi

Non credo valga la pena di spendere una parola sull’uomo che picchia la moglie (in ospedale con 15 giorni di prognosi) con i sex toys che si è comprata. Che sia con un matterello o con un sex toys, di parole su questo tipo di uomini ne sono state spese e se ne spendono tante. Non saranno mai abbastanza finché non si riuscirà a fare cultura sul rispetto dei diritti delle persone.

Ma che un giornalista, nello scrivere del fatto, riesca solo a fare dell’ironia tanto su di lei quanto su di lui, con un linguaggio ‘finto sofisticato’, non solo è vergognoso ma è indice di quanto poco attaccamento ci sia ai valori di etica, correttezza, rispetto, dovere di cronaca, dovere di denuncia e di cultura.

Un giornalista dovrebbe essere cosciente del peso delle parole che scrive e dei messaggi che trasmette sul pubblico che legge.

Non mi sento di scrivere altro, credo e voglio credere che gli italiani siano sufficientemente intelligenti da valutare da soli ciò che leggono e quanto sia necessario promuovere la cultura a tutti i livelli, compreso quello dell’educazione sessuale nei giovani.

Forse se queste persone avessero avuto un’educazione sessuale il fatto non sarebbe successo e se fosse successo lo stesso il giornalista avrebbe avuto argomenti degni di tale nome di cui scrivere.

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